Donne e consapevolezza economica: buoni propositi per l’anno nuovo

A gennaio, qual è il tema più ricorrente di sempre? I saldi.

Ma non possiamo parlare di sconti, se prima non trattiamo un argomento che definirei “di base”, e che ironicamente, ha un suono molto simile: i SOLDI.

Il rapporto delle donne con le finanze è questione delicata e io per prima, qualche anno fa, ho cominciato a riflettere sulle scelte fatte fino a quel tempo – che fosse la retribuzione quando ero dipendente o il fee che, da freelancer, chiedo, negozio e richiedo ai miei clienti oggi.

Come in tutti i percorsi di crescita e di conoscenza di sé, sono convinta che non si arrivi mai al traguardo, perché è un continuo viaggio nella CONSAPEVOLEZZA.

Nel post di oggi, ci facciamo aiutare da Elisabetta Galeano, che di professione fa la Money Coach, cioè aiuta le persone con un cattivo rapporto con il portafogli a conoscere, gestire, organizzare al meglio le proprie finanze.

In modo che alla fine del mese non si dica: “Oddio, e dove sono finiti tutti?”

La sua, prima di diventare una professione, è stata una vera e propria passione: mi racconta che fin da piccola vedeva sua madre segnare tutte le spese, anche le più piccole, in agenda e così, a 16 anni, Elisabetta si è ritrovata con l’incarico di “controller della gestione economica familiare”, un ruolo che pare le sia piaciuto molto, perché poi l’ha portata a studiare Economia all’Università.

E ad affinare, nelle sue prime esperienze fuori casa, con le tecniche di gestione e organizzazione dei suoi soldi personali.

Excel o Dropbox sono così diventati il pane quotidiano di Elisabetta che, facendo della sana autoironia, si definisce una “piccola maniaca del controllo”.

(E io intanto ringrazio il cielo che esistano persone che amano gli Excel).

Prima di lasciare la parola a lei, vi invito a seguirla su Social: Facebook + Instagram

Il 2020 finalmente è arrivato!

E come tutti gli anni, anche stavolta penseremo ad un sacco di buoni propositi, sacco che presto probabilmente rimarrà vuoto.

Lo facciamo tutti, ogni anno: fare la dieta, fare più sport, ritagliarsi più tempo libero per le cose che ci piacciono e risparmiare qualcosa in più, sono grandi classici (per lo più disattesi) per tutti.

Per evitare di iniziare tutto e non finire niente (come iscriversi in palestra per un anno a causa dei sensi di colpa dei pasti natalizi e poi mollare dopo 1 mese), è meglio scegliere un unico, chiaro obiettivo e perseguirlo fino in fondo.

E allora da dove cominciare per far diventare almeno un buon proposito finalmente realtà?

Semplice: dalla consapevolezza.

Che poi tanto semplice non è.

Dato che sulla dieta sono un fallimento totale, ahimè, preferisco sicuramente parlarvi di risparmio.

Che cosa intendo quindi per consapevolezza economica?

Un ampio mondo che include da una parte la conoscenza dettagliata delle proprie entrate e uscite e dall’altra quello che è il nostro rapporto emotivo col denaro.

Dato che a scuola, soprattutto quella che ci forma da piccoli (elementari-medie), non esiste ancora un’adeguata formazione ed educazione economico-finanziaria indirizzata a fornirci le nozioni di base, ci ritroviamo da giovani adulte a dover affrontare un tema per il quale nessuno ci ha fornito le istruzioni. Tutto ciò che abbiamo imparato sui soldi, in sostanza, è quello che abbiamo visto e assorbito nella nostra famiglia.

E tante volte ciò che abbiamo assorbito consiste nel pensare che:

  • il denaro è sporco 
  • i soldi non sono una cosa da donne 
  • nella vita dobbiamo accontentarci di quel che viene e farcelo andar bene
  • non possiamo permetterci di ottenere ciò che vogliamo
  • si può essere ricchi solo se si è fortunati e raccomandati

Da tutto questo non può che derivare un rapporto col denaro distorto, confuso e conflittuale.

E allora possono nascere sensi di colpa se si guadagna più del proprio compagno o semplicemente si guadagna bene, oppure si crea un mancato interesse alla gestione economica con relativa delega totale ad altri componenti della famiglia (anche in questo caso, di solito si tratta del padre o del compagno, comunque una figura maschile) o ancora ci si ritrova a nascondere gli acquisti fatti per evitare giudizi in famiglia, come se non fossimo in grado di decidere se possiamo o meno comprare un paio di scarpe nuove.

Il collegamento da qui nasce spontaneo:

come non pensare che il valore che diamo al denaro non si rispecchi anche sul valore che diamo a noi stesse?

Pensare di non essere in grado di gestire i soldi perché così ci è stato insegnato corrisponde ad arrendersi prima ancora di averci provato perché non crediamo di essere in grado di farcela;

pensare che sia un problema guadagnare bene è ancora peggio: una donna ricca (il concetto relativo di ricchezza meriterebbe poi un approfondimento a sé stante) è una donna libera e indipendente e quindi fa paura, agli uomini ma anche (purtroppo) ad altre donne; per evitare questa paura, c’è chi continua a pensare che sia giusto che una donna venga pagata meno di uomo.

In Italia ancora nel 2019 gli stipendi delle donne sono in media più bassi rispetto a quelli degli uomini di circa l’11,5%*.

Come uscire dunque da questa trappola?

Pensare di non valere abbastanza non ha influenza ovviamente solo sui soldi ma anche su tutta la nostra vita: è importante quindi partire dall’osservare a chi dedichiamo il nostro tempo (che è la cosa più preziosa che tutti abbiamo, più dei soldi), quanto investiamo sui noi stesse (non solo in termini economici), quanto avvertiamo e comunichiamo il nostro valore. 

Ti stai ponendo queste domande ora? Benissimo, è il primo passo verso la consapevolezza.

E’ importante osservare i nostri stessi comportamenti, pensieri e parole in merito ai soldi e al concetto di valore più in generale. 

Scovare le nostre paure e affrontarle è sempre l’inizio di ogni cambiamento. 

Il più grande regalo che possiamo farci è scardinare le convinzioni negative e credere di più nelle nostre possibilità, facendo un piccolo passo alla volta. 

Da lì, tutto verrà da sè: avere percezione del nostro valore, renderà tutto più semplice, anche avere un maggior controllo su entrate e uscite e bilanciare il tutto al meglio.

Sembrerà assurdo, ma tante di noi che hanno già raggiunto molti dei propri obiettivi nella vita, che già hanno un buono stipendio, possono ancora essere legate alle convinzioni più sbagliate sui soldi che la società e il contesto in cui viviamo ci hanno insegnato da bambine.

Passiamo ora al pratico: vuoi scoprire a che punto della tua consapevolezza sei?

Per farlo, ti lascio alcune domande:

  • Cosa ricordi del comportamento economico dei tuoi genitori da bambina?
  • Chi ha influito maggiormente sulla tua formazione economica?
  • Quali sono le frasi che più spesso hai sentito in casa sul denaro quando eri piccola?
  • Quali abitudini positive e quali negative ti sono rimaste anche da adulta?
  • Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando ai soldi?
  • Pensi che ciò che guadagni sia adeguato per le tue competenze?
  • Hai in mente un obiettivo economico che non riesci a raggiungere? Perché non ci riesci?
  • Qual è invece un tuo successo in materia di soldi?

Prova ad annotare le risposte su un quaderno o su un file, segnando la data, e poi riflettici su. Riapri il quaderno dopo un mesetto e rileggi tutto. Potrai così osservare se tirare fuori le tue risposte ti ha aiutata a mettere a fuoco ciò che vuoi migliorare e iniziare il tuo cambiamento.

Un percorso di coaching sul denaro non è basato solo su file Excel e conti da fare (anche se è una parte molto importante!) ma è prima di tutto guardarsi dentro e decidere di cambiare le cose.

Il mio buon proposito per il  2020 è riuscire a lanciare il messaggio della consapevolezza economica il più lontano possibile, affinché sempre più persone, soprattutto donne, siano in grado di non aver più paura del denaro e a ricordare che i soldi sono un strumento di libertà, servono a realizzare desideri e sogni!

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*=dati Eurostat di marzo 2019

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