I colori per il brand: come scegliere quelli giusti

Questo post è per le donne creatrici del proprio business, che si sono impegnate a trovare non solo una fonte di guadagno ma anche una passione in cui credere fino in fondo, che possa essere di servizio agli altri.

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Quante volte vi è successo di fare, disfare, rifare il logo, il sito, il vostro biglietto di visita, perché quello che sembrava carino all’inizio non si è poi rivelato davvero giusto per voi e per il brand che volevate comunicare?

Dalle mie varie esperienze di faccio-e-disfo, ho scoperto, infatti, che ’carino’ non è sufficiente perché un brand sia espresso in tutta la sua unicità. Ci vuole molto di più.

Ci ho messo parecchio tempo prima di inquadrare quel di più che mi serviva.

Anche in questo caso le personalità-colore mi sono venute in aiuto e le ho usate per ottenere, finalmente, l’immagine che sento rappresenta me e il mio business.

Ma facciamo un passo indietro, così vi spiego il percorso che mi ha portato dall’immagine sbagliata a quella giusta.

Ecco quindi, solo per voi, i vecchi file dei miei ex: loghi, colori, biglietti da visita.

Ammetto che speravo di non trovarli, ma la mia parte BLU è sempre presente e nell’ordine dei miei archivi, sono saltati fuori.

Un colore deciso come il rosso può essere una scelta per far venire fuori la mia parte di personalità ROSSA, ma qui, al 100%, era decisamente troppo.

Passata all’estremo opposto, mi sono ritrovata tutta riccioli e leziosa, molto distante dal senso di chiarezza, pulizia e rigore che, invece, voglio trasmettere. La scelta dei colori è tradizionale e ben si abbina alla mia parte BLU, ma rimane comunque troppo seriosa e cupa.

Scovare questi file mi ha fatto ripensare a tutte le volte che mi sono catapultata dal grafico di turno, presa dall’urgenza di avere un’immagine che – ahimè – lasciavo completamente nelle mani di chi non poteva conoscermi a fondo.

Lezione imparata #1: nessuno meglio di noi conosce il progetto che abbiamo in mente. Solo noi possiamo sviscerarlo e rigirarlo sottosopra, fino a poterne parlare come se fosse una persona.

Lezione imparata #2: non deleghiamo questa parte così importante del nostro business a persone esterne che di mestiere fanno altro – non i maghi con la sfera magica, chiamati a intuire, indovinare, leggere nella mente.

Lezione imparata #3: scegliere i colori, i font ecc è carino, ma non sta lì il vero lavoro da fare, se vogliamo partire col piede giusto. Ci dobbiamo mettere a tavolino e prenderci la responsabilità della chiarezza. Quelle che scriveremo nel nostro progetto non saranno mai parole incise sulla pietra, ma all’inizio è importante avere chiaro in mente chi siamo, chi vogliamo essere per i clienti, dove vogliamo andare con loro, come vogliamo farli sentire.

Il test delle personalità-colore è un ottimo punto di partenza, ma dovrà sempre essere interpretato e personalizzato, perché non darà mai un responso unico.

Ci saranno sempre dei colori dominanti e altri secondari, e il quadro generale sarà piuttosto articolato, com’è normale che sia, visto che siamo innanzitutto ‘human being’ e poi ‘human doing’.

Nel mio caso, la parte di personalità Verde, emersa per la cura che ho nei rapporti familiari, poteva essere di interesse inserita nel mio brand?

O, invece, era meglio chiedersi quali fossero gli elementi fondamentali che  potevano contribuire all’immagine che volevo dare all’esterno? 

Questa è stata la domanda che mi ha fatto da guida quando mi sono trovata a dover decidere chi volevo essere, e come volevo presentarmi.

Lezione imparata #4: per quanto il nostro business sia vicino a chi siamo come persone, non possiamo aspettarci che sia la nostra completa rappresentazione. Non fa bene a noi, né ai clienti.

Così, con i due elementi dominanti (Rosso e Blu) della mia personalità colore, sono andata a ritroso e ho fatto un elenco di tratti, qualità, aspetti distintivi che volevo comparissero nel mio brand, soprattutto prendendo in considerazione i riscontri che avevo ricevuto negli anni.

Il ROSSO

  • proposte e progetti sempre tagliati ‘su misura’ sulla realtà di quell’azienda
  • niente paroloni o gergo markettaro per impressionare il cliente
  • chiarezza e visione di ‘occhio esterno’

Il BLU

  • cura del dettaglio, attenzione alla qualità
  • buon gusto e stile
  • pensiero razionale e strutturato

I due colori  erano piuttosto bilanciati, per cui ho voluto che entrambi fossero espressi, con un’attenzione particolare per la parte BLU, perché i miei obiettivi per il futuro avevano a che fare con la cura dell’immagine, dello stile.

Con il documento che chiariva tutti gli aspetti del mio progetto, un mood board di immagini che avevo raccolto e, chiaramente, la palette colori che avevo studiato , Emma Boshi ha preparato alcune proposte per poi pervenire a quella finale.

Mi piace molto e sento mi accompagnerà per un bel po’ di tempo.

Almeno fino al prossimo cambiamento e al prossimo restyling.

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